Il cammino di Santiago de Compostela è sicuramente una di quelle esperienze che si ricordano per il resto della vita. Un’esperienza che resta nel cuore. Al termine di cammino, arrivato a Santiago, la sensazione è quella di ripartire, accompagnata dalla sensazione che il vero cammino comincia proprio lì, davanti alla Cattedrale di Santiago de Compostela.
Il cammino più in generale può essere visto come una metafora che rappresenta le fasi della vita che possiamo considerare dolorose o traumatiche. Ma se apprendiamo da esse, possono essere integrate in un percorso nel suo complesso positivo.
Immagina di fare una passeggiata, una passeggiata in montagna.
Se sai come sono fatti i sentieri di montagna, specialmente se la pendenza è ripida, sai che essi si snodano avanti e indietro; spesso hanno dei tratti a tornanti dove letteralmente si cammina avanti e indietro e a volte scenderanno al di sotto del livello che avevi già raggiunto prima facendoti percepire la frustrante sensazione di non esser avanzato di un passo.
Se ti chiedessi ad ogni dato punto del percorso di valutare quanto stai raggiungendo il tuo obiettivo che è quello di arrivare in cima alla montagna, sentirei una storia differente ogni volta.
Se tu fossi in un tornante che porta indietro, probabilmente mi diresti che le cose non stanno andando bene, che non raggiungerai mai la cima, che è tutto inutile.
Se fossi in un tratto aperto da dove puoi vedere la cima della montagna e il sentiero che vi conduce, probabilmente mi diresti che le cose stanno andando molto bene.
Ora, immagina di essere dall’altra parte della valle con un binocolo, guardando le persone che passeggiano su questo sentiero.
Se ci chiedessero come si stanno comportando, potremmo fare una relazione positiva ogni volta. Saremmo capaci di vedere che la direzione complessiva del sentiero, non come sembra in un dato momento dal livello del suolo, è la chiave per progredire.
Vedremmo che percorrere questo folle, tortuoso sentiero è esattamente ciò che conduce alla cima, passo dopo passo in direzione dei nostri valori.
Tratto dall’articolo del dott. Raffaele Ettrapini