Tradotto da articolo di Isac Otero
“Pietro Abelardo, nel XII secolo, distingueva chiaramente: ‘homo’ è un nome comune a ‘vir’ e ‘femina’, poiché l’uno e l’altra sono animali razionali. Il famoso ‘maestro’, cioè il pensatore di mestiere – alla cui fama, tra l’altro, non è estranea la relazione tra uomo e donna – si poneva al di sopra del linguaggio comune, dove il nome della specie è inteso come sinonimo di maschio. Quando definiamo la storia come lo studio dell’evoluzione dell’uomo nella società, lo facciamo usando la terminologia abelardiana; Questo significa che, in questa evoluzione, sono coinvolti sia gli uomini che le donne”, spiega il professore di Storia Medievale e illustre storico galiziano dell’Università di Santiago de Compostela, il professor Ermelindo Portela Silva, nel suo ‘Prologo’ al libro di Marta González Vázquez intitolato Las mujeres de la Edad Media y el Camino de Santiago, Xunta de Galicia, ‘Xacobeo/ 2004′, riedizione della ‘Consellería de Cultura’ del 2000, Santiago de Compostela.
“La condizione delle donne come pellegrine è il punto di partenza per un’analisi più profonda del ruolo delle donne nel complesso mondo medievale”, dice Jesús Pérez Varela, ‘Conselleiro de Cultura, Comunicación Social e Turismo’. Ai nomi di María del Carmen Pallares e Clara Cristela Rodríguez, possiamo aggiungere Marta González. Per trattare con rigore questo tema medievale, l’autore ha raccolto le testimonianze molto sparse e le ha raggruppate e analizzate. Ricordiamo che lo studio di questa devozione medievale risale alla pubblicazione della mirabile opera di L. Vázquez de Parga, J. M. Lacarra e J. Uría: Las peregrinaciones a Santiago de Compostela, nel 1949.
“L’apparizione di pellegrini nel repertorio dei miracoli di San Giacomo nel “Codex Calixtinus” -dice l’autrice nella sua ‘Introduzione’ al testo-, ottenendo dalla bontà del santo un rimedio alle loro sofferenze, sia fisiche che morali, è molto frequente”. È vero che tale letteratura dei “miracoli” e degli “exempla” è piena di casi di donne di diverso tipo che vanno ai santuari. Sia quello di Santiago, sia quello di Villasirga nel caso delle “Cantigas de Santa María” del re Alfonso X il Saggio.
Qualche tempo dopo, leggeremo dei testi critici nei confronti di questa tendenza, così comune tra le donne, a intraprendere pellegrinaggi. Cristina di Pisa e Bertoldo di Ratisbona testimoniano questa pia pratica. Le opere che si devono fare per avere la gloria del paradiso”, diceva il narratore medievale, l’infante Don Juan Manuel, “sono l’elemosina e il digiuno, la preghiera e il pellegrinaggio e tutte le opere di misericordia. Poco è rimasto negli archivi della Cattedrale di Compostela sui pellegrinaggi della gente dei dintorni della città di Compostela. Alcuni dei viaggiatori, tuttavia, scrissero le loro impressioni sul loro pellegrinaggio. Evochiamo la storia del prete italiano Giovanni Battista Confalonieri, che fece il suo pellegrinaggio nel 1594. Nulla è rimasto del pellegrinaggio di queste donne nei “sinodi” medievali, che raccolgono solo riferimenti ai pellegrinaggi dei chierici.