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Come stanno distruggendo l’antico percorso del Cammino di Santiago

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In vista della recente esecuzione delle cosiddette “Operazioni per la conservazione del Cammino di Santiago che attraversa la Comunità Autonoma di Galizia” che hanno suscitato grande preoccupazione e costernazione tra i pellegrini e le istituzioni giacobine di tutto il mondo, la Confraternita Internazionale del Cammino di Santiago (FICS), ritiene necessario rendere pubbliche le seguenti dichiarazioni sulla gravità delle opere realizzate nei comuni di Paradela e Sarria (Lugo) lungo il Cammino di Santiago

Gli interventi di rifacimento del Cammino di Santiago hanno violato la legge sul patrimonio

Questi interventi hanno individuato infrazioni gravi e molto gravi della legge 5/2016 sul patrimonio culturale della Galizia. Dobbiamo ricordare che il Cammino di Santiago è un bene di interesse culturale (BIC), dichiarato patrimonio mondiale dall’UNESCO e primo itinerario culturale europeo dal Consiglio d’Europa, un’eredità di secoli che dobbiamo proteggere, difendere e proiettare nel futuro.

Questo quanto denunciato dalla Confraternita Internazionale del Cammino di Santiago.

Le azioni realizzate a Paradela (vedi foto a fianco), in particolare nelle sezioni da As Rozas a Moimentos e Ferreiros, sono incompatibili con la legislazione vigente per la protezione del patrimonio culturale perché, avendo pavimentato con cemento diversi “corredoiras” tradizionali del Camino (anche con una percentuale molto più alta di quanto appare nel progetto e con l’inconcepibile e obbligatoria autorizzazione della Direzione Generale dei Beni Culturali della Xunta de Galicia) si è verificata un’intollerabile e radicale alterazione dei valori di alcuni tratti dell’itinerario principale del Cammino Francese, protetto dalla Legge dei Beni Culturali della Galizia, così come dalla Legge dei Beni Storici Spagnoli.

 

Che queste opere non debbano inserirsi in un luogo di enorme significato culturale e storico come il Cammino di Santiago è così ovvio che non dovrebbe avere bisogno di argomenti una volta viste le fotografie allegate.

Ci dispiace che sia proprio il sindaco di Paradela, pellegrino e buon conoscitore del pellegrinaggio e dei benefici che porta al suo consiglio, che ha promosso e permesso queste azioni, perdendo parte della straordinaria eredità del pellegrinaggio giacobeo.

L’opera promossa dal Comune di Sarria, seppellendo di cemento l’antica pavimentazione di pietra “Petreo Scalo”, che appare citato nei documenti medievali è, se possibile, molto più inconcepibile e serio.

 

Le responsabilità delle amministrazioni

L’amministrazione sta mettendo fine al patrimonio etnografico, inghiottendo la saggia ingegneria popolare dei passaggi invernali che per secoli ha reso più facile per i pellegrini attraversare le pianure alluvionali durante l’inverno.

Un sistema efficiente e profondamente radicato in Galizia come i “poldras” o “passi d’inverno”, utilizzati da tempo immemorabile, è stato distrutto dalla stessa amministrazione pubblica. Una distruzione inimmaginabile cominciata solo pochi anni fa e portata avanti dalle stesse amministrazioni in un paese che si supponeva avanzato su un patrimonio mondiale quando la legge richiede “il mantenimento delle caratteristiche principali del territorio” e che ogni azione sia “compatibile con la conservazione e la tutela dei propri valori”.

E proprio lì, a Peruscallo, che non solo è parte integrante del Cammino Francese per Santiago, dichiarato Patrimonio Universale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1993 e dal 1962 Set Storico-Artistico, ma anche il “Carballeiras tra Peruscallo e Cortiñas” sono stati appena inseriti nel Catalogo del Patrimonio Culturale della Galizia (ID: 29.551, codice: 27057_29560) con l’accordo del Consiglio della Xunta del 26 luglio scorso.

Queste due azioni molto serie sono la punta dell’iceberg di una politica di alterazione spietata degli itinerari storici alla ricerca di uniformità, spersonalizzazione e addomesticamento, con criteri estranei al più elementare senso di conservazione e proiezione di un patrimonio unico, banalizzando e mettendo fine alla personalità e all’autenticità degli itinerari che hanno reso i Cammini di Santiago unici e riconoscibili in tutto il mondo.

Queste azioni, programmate e finanziate dall’Agenzia del Turismo della Galizia, si ripetono negli itinerari del Cammino Primitivo, anch’esso Patrimonio dell’Umanità, come ha ripetutamente denunciato il Forum del Cammino Primitivo, al punto di convertire, come nel Cammino Francese, intere aree irriconoscibili ed estranee agli antichi itinerari giacobei che la storia ci ha lasciato in eredità. “Riparare” non implica la distruzione. Chiediamo ripetutamente una particolare sensibilità in tutto ciò che si riferisce al patrimonio giacobeo ai responsabili delle pubbliche amministrazioni.

Negli ultimi anni l’Agenzia Turistica della Galizia, sempre con l’approvazione della Direzione Generale del Patrimonio, e con la scusa dei presunti condizionamenti e riparazioni degli itinerari giacobini, si è dedicata a distruggere o alterare seriamente gli elementi tradizionali dei Cammini di Santiago, mettendo più interesse nel turismo che nella conservazione di questo patrimonio culturale.

Lo scopo di queste opere è quello di trasformare una delicatissima traccia millenaria che parte dal cuore dell’Europa in un “mondo di ghiaia”, in una pista forestale anodina di 3,5 metri di larghezza che inizia a O Cebreiro, O Acebo, O Padornelo o Raia de Portugal e che ogni anno si riforma al gusto dell’ingegnere di turno.

 

Violazioni anche degli obblighi delle amministrazioni

Queste azioni non solo sono intollerabili nel campo del patrimonio storico, ma costituiscono anche una violazione degli obblighi delle nostre amministrazioni rispetto al paesaggio contenuti nella “Legge per la protezione del paesaggio della Galizia del 2008″ (“le amministrazioni hanno tra i loro obiettivi la conservazione degli elementi più significativi e caratteristici di un paesaggio, giustificati dal suo valore patrimoniale in conseguenza della sua configurazione naturale o dell’intervento umano sull’ambiente”), nonché gravi violazioni in materia ambientale.

Ed è che tutto quell’erba artificiale e cemento che ogni anno ricopre questo percorso millenario finisce nei letti dei nostri torrenti come, per esempio, si può vedere nel regato de Cervos che accompagna la salita del “souto” da Sarria a Barbadelo, dove il suo letto di massi e il suo ecosistema è stato coperto negli ultimi anni dall’erba artificiale ZA-15 che l’AGT e i comuni gettano ripetutamente con macchinari pesanti.

Questi lavori, che presumibilmente hanno un budget di 3.000 € per il monitoraggio e il controllo archeologico, stanno distruggendo le storiche strade di granito, i passi invernali, gli “escairos”, i “poldras”, i ponti e le “pontellas”, spruzzando i tradizionali muri, recinti e pendii con cemento Portland.

Ciò significa la scomparsa degli elementi strutturali che definiscono la traccia storica di un percorso molto delicato che ha un enorme significato storico, come testimonia la sua dichiarazione di Patrimonio dell’Umanità nel 1993.

Rendiamo pubblica questa denuncia nella speranza che questi attacchi al nostro patrimonio raggiungano l’opinione pubblica, e allo stesso tempo chiediamo la rettifica di queste azioni e l’immediata inversione delle opere realizzate, chiedendovi di condividere questo articolo.

 

 

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