Il Cammino di Santiago a Gran Canaria inizia il suo percorso dal Faro di Maspalomas e la Riserva Naturale Speciale delle Dune di Maspalomas. In questa prima tappa ricca di contrasti, il paesaggio dunale di sabbia dorata lasceranno il posto a un altro scenario caratteristico della costa meridionale di Gran Canaria: le vaste gole di Maspalomas e Fataga. I cardonales e i tabaibales ornano il paesaggio di questa parte del percorso, insieme a uno dei protagonisti indiscussi del Barranco de Fataga, la palma delle Canarie (Phoenix canariensis), che dà il nome al luogo. In un certo senso, questo è anche una sorta di salto indietro nel tempo, mentre si percorrono luoghi emblematici dell’epoca aborigena.
Iniziamo il nostro percorso in Plaza del Faro lungo il passaggio pedonale accanto all’Avenida de Cristóbal Colón, da dove percorriamo 350 metri in direzione nord fino a raggiungere una rotatoria all’incrocio di diverse strade. Qui prendiamo l’Avenida del Oasis a destra, in direzione dello Stagno di Maspalomas, e in meno di 300 metri ci immettiamo nel Paseo de la Charca e continuiamo il nostro cammino in direzione nord, accanto alla Gola di Maspalomas. Alla nostra sinistra troviamo il Parco Tony Gallardo, uno spazio verde che ci permetterà di conoscere la complessità e i valori ambientali dell’Oasi di Maspalomas. Il percorso prosegue nella stessa direzione attraversando la zona turistica di Maspalomas, uno dei principali motori economici dell’isola. Ci aspetta un tratto urbano di 3 chilometri, che rivelerà, attraverso i numerosi complessi ricettivi costruiti lungo il percorso, l’importante investimento del Comune nel turismo. Questo tratto si snoda senza grandi complicazioni, se non quella di proseguire verso nord e quasi dritto lungo i viali dell’Oceania e del Touroperador Jhan Reisen, sempre parallelamente al burrone del Barranco de Maspalomas che ci accompagnerà alla nostra destra. Alla fine del viale Touroperador Jhan Reisen attraversiamo il viale Touroperador Tui per proseguire lungo il Barranco de Maspalomas, questa volta sulla riva sinistra, all’altezza del palazzo di giustizia. Dopo 700 metri, il mercato di San Bartolomé de Tirajana, all’incrocio con l’Avenida Alejandro del Castillo, servirà da punto di riferimento per continuare la nostra passeggiata lungo il burrone fino a uscire gradualmente dall’ambiente urbano.
500 metri più avanti si passa sotto il viadotto GC-1 e si imbocca un sentiero sterrato che inizia la salita verso nord-est in direzione della cima dell’isola, lungo il Lomo de Los Guarrillos e accanto al burrone di Fataga. In pochi metri si raggiunge la Machacadora, una cava di inerti situata in fondo al burrone e che indica l’inizio del Paesaggio Protetto di Fataga. Si tratta di un paesaggio semidesertico di rocce fonolitiche e trachiti di ignimbrite. L’acquedotto Fataga-Maspalomas (o dei Molti Ponti) sul lato destro del burrone, di fronte alla Machacadora, ci ricorda le difficoltà idriche di questa parte dell’isola. Trattandosi della parte meridionale dell’isola, è normale che si raggiungano temperature elevate, soprattutto in estate, quindi è consigliabile fare questa tappa con molta acqua. Dalla Machacadora ci sono più di 3,5 chilometri di leggera salita lungo un sentiero sterrato in fondo al Barranco de Fataga fino al Lomito Colorado e al Barranco de la Culata.
Qui si sale sulla Cuesta de Hoya Cumplida e ci si lascia alle spalle il Barranco de Fataga. La salita è ripida per 150 metri fino a raggiungere una passerella naturale dopo 1,5 chilometri.
Proseguendo verso nord lungo la strada sterrata, dopo 1250 metri si arriva a un bivio. Dopo aver imboccato a destra il sentiero per la Montañeta Quemada, superiamo il piccolo borgo di Gitagana e scendiamo di qualche metro lungo un burrone che dobbiamo attraversare. Continuiamo a salire lungo una delle piste forestali che si snoda in salita.
In pochi metri raggiungiamo il GC-602, una strada sterrata che ci accompagnerà per poco meno di un chilometro fino a una deviazione sul fianco della collina, una volta vista la necropoli di Arteara. A questo punto, dobbiamo fare molta attenzione a lasciare la pista forestale per un sentiero sulla destra che inizia la discesa verso la frazione di Arteara, attraversando la necropoli tombale e il suo bel palmeto. La difficoltà di questo tratto aumenta, il sentiero si restringe e inizia una discesa su un fondo ghiaioso e zone di roccia nuda. Dopo 700 metri, la necropoli di Arteara si apre davanti a noi e ci offre l’opportunità di contemplare i tumuli aborigeni e lo splendore del palmeto. A questo punto lasciamo il sentiero per proseguire verso nord lungo una pista asfaltata locale (GC-601), dove incontriamo alcune case. In meno di 650 metri raggiungiamo il centro di Arteara e concludiamo così questa prima tappa del percorso.