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La mia Via de la Plata: un viaggio e un’emozione intensa!

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Dati del cammino

Lo scorso ottobre sono partito per il mio terzo Cammino di Santiago, con la convinzione che stavolta sarebbe stato una “semplice camminata di piacere”, con la mente libera, senza pensieri o secondi fini, spirituali o personali che fossero.
Doveva essere un viaggio alla scoperta di nuovi posti, nuove fantastiche esperienze, una ricoperta di me stesso.
E lo è stato, ma è stato anche molto (MOLTO) di più.
Avevo già percorso nel 2019 il Cammino Portoghese da Lisbona e nel 2021 il Cammino Francese da Saint Jean Pied de Port e quindi mi aspettavo un’esperienza più o meno simile anche sulla Via de la Plata.
Ma il Cammino questa volta aveva già deciso di volermi mettere alla prova, molto più che in precedenza e tra alti e bassi, oggi (e col senno di poi) posso dire che questa è stata senz’altro un’esperienza talmente magica, ricca di emozioni e intensa, che a quasi 2 mesi dal ritorno non mi sono ancora ripreso e forse mai più mi riprenderò.
Siviglia una città fantastica in cui un giorno vorrei tornare e poi Caceres, Salamanca, Zamora, Puebla de Sanabria, Ourense, ecc. città, paesi e villaggi indimenticabili, persone stupende, pellegrini fantastici, hospitaleri (a parte qualche eccezione) insostituibili…
Fin da subito ho avuto diverse esperienze che in altri momenti mi avrebbero fatto desistere dal continuare; nell’ordine: un’insolazione e una reazione allergica alla crema solare durante la prima tappa da Siviglia a Guillena, dopo sono arrivato assetato e disidratato all’ Albergue “Casa Luz”. Il secondo giorno ho finito l’acqua 6 km prima di arrivare a destinazione, sotto un sole cocente. Il terzo giorno una crisi allergica provocata dal passaggio in mezzo ad un grosso campo di ulivi fioriti fuori stagione. Quarto giorno raffreddore e un mal di testa insopportabile per tutto il tragitto della tappa. Quinto giorno, un grosso vitello decide di corrermi incontro, imbizzarrito; fortuna che ad un certo punto sono uscito da uno dei tanti cancelli, evitando di essere travolto dalla povera bestia. Nono giorno (appena fuori Mérida) sono stato aggredito e purtroppo morso da un grosso cane, che successivamente mi ha inseguito per oltre 100 metri, prima che lanciassi un urlo talmente forte da spaventare perfino me stesso!
I 3/4 giorni successivi a quell’attacco, probabilmente traumatizzato ho camminato come non ci fosse un domani arrivando anche a percorrere 44 km consecutivi, fino a fermarmi un giorno e mezzo a Grimaldo, ormai sfinito e senza essermi goduto appieno il Cammino.
Quei giorni mi sono sentito tradito dal Cammino stesso, ero arrabbiato, impaurito, traumatizzato e profondamente svogliato dal voler continuare.
Ma appunto a Grimaldo, poco prima di arrivare in Albergue ho avuto un brevissimo incontro con un giovane pellegrino, sbucato da dietro un angolo che per qualche ragione, senza nemmeno salutare ma con un gran sorriso iniziò a parlarmi di quanto fosse buono il Bocadillo che aveva appena mangiato al bar lì vicino, per poi continuare a camminare dalla parte opposta alla mia. Lo guardai stranito, pensando “Chi è? Cosa vuole da me?”
Restai un giorno e mezzo chiuso in Albergue, senza proferire alcuna parola con gli altri due pellegrini a parte i normali saluti di circostanza. Avevo abbandonato i miei altri due amici pellegrini con cui camminavo da qualche giorno e che avevo incontrato fin dall’inizio, a Guillena.
In seguito mii riunii a Carcaboso ai due pellegrini di cui sopra e da lì in poi feci finalmente pace col mio amico Cammino e iniziò il mio VERO viaggio verso Santiago.
Inutile stare a raccontare tutte le esperienze nei dettagli… da quel giorno a Carcaboso in poi, ho conosciuto persone che chiamare stupende sarebbe un eufemismo. Qualche giorno dopo ho ritrovato quello strano ragazzo di Grimaldo con cui è poi nata velocemente un’amicizia davvero speciale e da Tàbara in poi non siamo più riusciti a procedere da soli: siamo stati sempre insieme fino all’arrivo a Santiago.
Non so ancora definire bene le emozioni provate in tutti quei 38 giorni di cammino. So solo che questa volta più di tutte le altre, le emozioni sono state talmente intense che ancora oggi, senza nemmeno capirne totalmente i motivi, mi provocano lacrime di gioia mista a malinconia.
I due Cammini precedenti sono stati senz’altro stupendi, anche lì ho conosciuto persone fantastiche con le quali si è instaurata una bella amicizia e ancora di tanto in tanto ci si sente e (con alcuni) ci si vede; ma anche mettendoli insieme non arrivano all’intensità di emozioni che ho provato sulla Plata.
Non so se riuscirò più a riprendermi totalmente, sono rimasto piacevolmente traumatizzato, ma è un “trauma” che conserverò nella mente volentieri e per sempre.
Ho sempre sentito dire la solita frase “il Cammino di Santiago mi ha cambiato la vita”, ma non ne avevo mai compreso completamente il senso e anzi, spesso avevo anche un po’ snobbato chi lo diceva con tanta leggerezza.
Oggi quelle persone le capisco più che mai: La Via de la Plata mi ha cambiato per sempre la vita, anche se non so ancora precisamente in che modo.

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